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L' orticoltura come hobby  

             Questo spazio non intende essere un trattato di orticoltura, ci mancherebbe...., OrtoSud1 quanto, piuttosto, un angolo dove incontrare un pescatore - cacciatore di tordi - ortolano a tempo perso - fotografo dilettante - cercatore di funghi... Insomma un luogo dove potrai confrontare esperienze, scambiare consigli, trovare una spalla sulla quale piangere e riprendere coraggio quando, dopo tanta fatica, il tempo avverso ... il prodotto scarso ... ti inducono a pensare: - Ma chi m'o fa fà? - e vorresti gettare gli attrezzi alle ortiche e costruire una piscina, o un campo da tennis, nel terreno che è croce e delizia del tuo tempo libero.
Cmq se mi leggi vuol dire che, nonostante tutto, il veder crescere alberi e ortaggi là dove prima c'era solo sterpaglia lungi dall'essere la tua occupazione principale, ti gratifica e vuoi condividere le tue esperienze con gli altri. Leggi la tesi di laurea di mia figlia Sonja che tratta l'argomento dal punto di vista educativo.   "Terza età e Orti Urbani ".
Fino ad una cinquantina di anni fa i contadini praticavano l'orticoltura per sopperire alle loro esigenze... tutti avevano un appezzamento di terreno attorno alla loro casa dal quale ricavavano i prodotti necessari alla famiglia. L'industrializzazione, anche dell'agricoltura, ha inferto un duro colpo all'orticoltura organica...l'orticoltura familiare cesso' di essere un fattore vitale mentre presero maggior importanza il verde del prato inglese e l'esibizione di fiori.
Oggi, e può sembrare strano, sembra di avvertire un ritorno, una ricerca dei sapori di una volta... le polemiche sui cibi transgenici ecc... la ricerca di prodotti contivati con i metodi tradizionali sta facendo la fortuna di alcune aziende agricole! Io abito delle zona Nord di Roma, nel nostro Consorzio tutti hanno costruito in modo da lasciare libera buona parte del lotto da adibirsi ad orto-giardino. Certo non siamo ritornati all'orticello di guerra! I vecchi raccontano che, durante l'ultimo conflitto mondiale, buona parte dei giardini di Roma vennero occupati dai residenti e coltivati a ortaggi! Mah... bisognava sopravvivere. Cmq è di poco tempo la notizia che qualche amante del genere abbia seminato e curato un'aiuola di papaveri da oppio nella villa Doria-Pamphili scoperta dalle forze dell'ordine per caso: i bellissimi fiori erano un'attrattiva per le persone che frequentano la villa! Che dire poi di coloro che si dilettano nella coltivazione della "canabis indica", marjuana, tra i filari di piselli nell'orticello di casa?
Ad ognuno la sua passione, non condivido ma mi adeguo...
Torniamo al discorso iniziale. Sembra che l'orticoltura stia perdendo la sua immagine di passatempo per pensionati...ricordate l'Odissea? Ulisse, ritornato nella propria casa, disinfestatala dai Proci, si reca a trovare il padre Laerte proprio nei terreni di famiglia dove il vecchio vive ormai da tempo procacciandosi il cibo con la coltivazione dell'orticello e l'allevamento di qualche capra...
Oggi molti giovani scoprono il gusto della sana fatica, dello stare all'aria aperta...e il piacere di mettere in tavola cose genuine e saporite.
- Bella chiaccherata -
dirai tu
- ma quando arrivi al nocciolo? -
Insomma vuoi sapere come coltivo l'insalata o il pomodoro? quali antiparassitari, diserbanti, concimi chimici adopero?
Rispondo.
Circa la coltivazione di essenze specifiche clika in alto a sx ... per il resto: parliamone.
Certo è terminata l'età dell'oro, Tibullo ne celebra le nostalgie...la terra non coltivata dava frutti abbondanti, latte e miele scorrevano a fiumi ! Virgilio, nelle Georgiche, esaltava la vita sana dei campi...forse perche erano coltivati dagli schiavi e il dominus raccoglieva? Scherzo. I trattati medievali parlano di rotazione delle colture, di aratri con diverso profilo ecc... cmq ciò che da una svolta, a mio parere, al sistema agricolo-produttivo è l'introduzione della chimica in agricoltura. Il sig. Liebig ,fine '800, si era accorto che la produttività di un terreno molto dipendeva dalla quantità di azoto presente. Sino ad allora l'azoto veniva restituito ai terreni dalla decomposizione del materiale organico...i batteri facevano il resto; la salute di un terreno si misurava dalla capacità dello stesso di fissare questo elemento. Ebbene, la chimica fornisce grocci quantitativi di nitrati ad alto tenore di azoto e a prezzi molto bassi...e, mentre non si può negare che la produttività aumenta di molto, le capacità del terreno di autofissare l'azoto diminuiscono in maniera direttamente proporzionale... ciò significa avere prodotti quantitativamente maggiori ma, sul piano organolettico, scadenti, almeno questo è il mio parere.
Torniamo al discorso iniziale. Ma se non abbiamo a disposizione materiale azotato? Ci arrendiamo alla chimica? Mai!
Presumo che, se mi hai letto sino a questo punto, tu abbia a disposizione un orto attorno casa, che tu produca materiale organico, scarti di cucina ecc... che regolarmente metti nel cassonetto della nettezza urbana... ebbene quella sarà una fonte di salute del nostro orto. Costrusci un parallelepipedo in foratini chiuso su 3 lati, aperto in alto e avanti (m.2x1,5 di base e 1,5 di altezza). Nel lato anteriore prevedi una scanalatura, dovranno scorrere le assi (buone le sottomisure usate in edilizia per le armature) che metteremo man mano che il cumulo del materiale cresce e toglieremo un po' alla volta quando preleveremo il concime maturo. Prevediamo, inoltre una copertura per evitare il dilavaggio dovuto alla pioggia e per mantenere la giusta umidità che favorisce i processo di decomposizione dovuto al lavoro dei batteri. Tutto il materiale organico prodotto dalla cucina, le erbacce che vengono strappate dall'orto, gli avanzi della potatura, gli escrementi di un eventuale piccolo pollaio o conigliera, non dovrebbero mancare in un orticello, carta ecc... troverà la giusta collocazione! La conoscenza di un macellaio sarebbe il massimo in quanto potremmo arricchire la nostra composta con gli scarti della vendita, sangue, piccole ossa ecc...Teniamo presente che per degradare la carta occorrono circa 6 mesi, quindi...regoliamoci sui tempi. L'ideale sarebbe avere a disposizione 2 contenitori: mentre si usa il terriciato del primo si riempie il secondo.
Termino.
Senza disconoscere il contributo importante della chimica, in fondo ha ridotto la fame nel mondo ecc.., come orticoltore dilettante ho cercato di elaborare alcuni concetti-guida, attorno ai quali possiamo discutere. Il primo è che si deve lavorare assecondando la natura del terreno e non cercando di violentarla; secondo: non possono essere eliminate le altre forme di vita attorno all'area in cui si lavora; terzo: la natura è varia e occorre variare opportunamente le specie coltivate; quarto: occorre restituire al terreno quanto si toglie, nutrendo il terreno non solo le piante; quinto: bisogna studiarne la natura e le possibilità del terreno nel suo complesso, non ogni componente come parte a sè stante.
Caro amico, gentile amica, se sei giunto sino a questo punto della lettura...o sei masochista o veramente interessato...cmq ti ringrazio e ti invito a proseguire la visita tra le varie essenze usando la barra di navigazione a sinistra.